venerdì 28 ottobre 2011

Intervista a Jasmin Kazazi

(studente del 5° anno del liceo scientifico Galileo Galilei)


Quali sono i motivi principali che hanno portato a questa protesta?

Innanzitutto, parlando genericamente, la crisi globale che in Italia si fa particolarmente sentire a causa del debito pubblico accumulato, che ha portato il nostro paese ad uno stato di dipendenza. Questo debito pubblico è la causa dei numerosi e sempre più frequenti tagli fatti alle scuole. Basti pensare all'edilizia scadente ed ai pochi fondi che vengono stanziati dalle regioni per l'istruzione. Inoltre riteniamo che la legge sul diritto allo studio sia ormai vecchia e che necessiti quindi di alcune modifiche.

Ma personalmente, ciò che mi preoccupa di più è il mio futuro: non credo infatti che una laurea mi potrà assicurare un posto fisso considerando anche che non possiamo più fare affidamento alle certezze una volta garantite dalla nostra costituzione; prendiamo ad esempio l'articolo 18 recentemente eliminato il quale prevedeva che non si potesse licenziare un dipendente senza motivazioni valide. Ciò costituisce un ulteriore preoccupazione per noi giovani che vediamo il nostro futuro sempre più nella precarietà.


Quali sono invece gli obiettivi?

Abbiamo trascritto, insieme ai rappresentanti delle altre scuole triestine , i nostri principali obiettivi nella così detta “piattaforma”. Essa prevede:

-la riformulazione della legge sul diritto allo studio:

Maggiori opportunità per ricevere borse di studio, gratuità dei trasporti, comodato d'uso dei

libri di tutti 5 gli anni e per quanto riguarda la nostra regione, vorremmo l'approvazione

della proposta di legge che è stata scritta da noi studenti.

-un fondo straordinario per migliorare l'edilizia scolastica:

Come regione a statuto speciale vorremmo poter gestire autonomamente i fondi per

l'edilizia.

-l'utilizzo di una didattica alternativa, in sostituzione a quella attuale, ormai vecchia.

-la creazione di uno statuto per migliorare le condizioni degli stagisti.

-la rimozione delle telecamere ed il divieto di installazione dei badge:

La scuola non può diventare una caserma!

-l'eliminazione delle prove invalsi in sostituzione alla terza prova dell'esame di stato finale:

Non vogliamo delle valutazioni a crocette, di carattere totalmente oggettivo per valutare

la nostra maturità.


Pretendiamo inoltre che vengano mantenute le promesse fatte l'altr'anno alla fine dell'occupazione.


Come vi siete mossi e quali erano le vostre intenzioni iniziali?

Martedì 25 ottobre abbiamo tentato un'occupazione, che è stata subito smantellata dalla Digos come da ordine del prefetto di Trieste. Lo stato infatti aveva dato indicazioni precise riguardo a questi tipi di protesta illegale ma noi abbiamo comunque voluto tentare come segno di solidarietà con le altre scuole e per ottenere una maggiore visibilità con una forma di protesta dura.

La nostra intenzione iniziale era infatti di occupare per poi fare un'assemblea straordinaria informando tutti gli studenti sui motivi di tale protesta e chiedendo un loro consenso a continuarla.

Dopo l'intervento della Digos abbiamo però democraticamente deciso di concludere la settimana con corsi autogestiti per organizzare al meglio proteste successive.


Pensi che dopo questa protesta cambierà effettivamente qualcosa?

Dopo la protesta di questa settimana no: la gente non deve pensare che questa settimana serva a cambiare qualcosa; l'autogestione serve a sensibilizzare ed a informare tutti gli studenti sui diritti per i quali stiamo lottando.

Questa settimana è la base di una vera protesta che dovrà essere continuativa e forte.

Non si può prevedere certo a cosa porterà. Pensiamo però all'Islanda (di cui probabilmente pochi di voi sono al corrente), dove i manifestanti scesi in piazza hanno fatto cadere il governo. Loro certo non potevano prevederlo, come noi non possiamo prevedere quali saranno i risultati della nostra protesta, ma personalmente credo che tornare a fare lezione normalmente, in questo momento, sarebbe arrendersi e rinunciare alla possibilità di ottenere un vero cambiamento.


Cosa rispondi a chi dice che siete solo studenti che non hanno voglia di fare lezione?

Rispondo semplicemente che mi dispiace, queste persone dovrebbero essere informate meglio e noi dovremmo utilizzare forme di protesta più dure che dimostrino alle persone la nostra serietà. Personalmente infatti non ero completamente favorevole all'autogestione ed avrei preferito fare dei sit-in mattutini in questi giorni per poi continuare con forme di protesta nuove ed efficaci (flashmob, manifestazioni a ritmo di tamburo, sit-in nelle piazze magari vestiti tutti in un certo modo) che si sarebbero svolte il pomeriggio come dimostrazione del fatto che non protestiamo solo per saltare scuola, ma anzi che vogliamo proteste continuative che non danneggino il nostro andamento scolastico.


Ora come ora, dove e come vedi il tuo futuro?

Beh l'Italia è secondo me un paese bellissimo ma ha bisogno di cambiamenti, di riparare ai danni fatti negli ultimi 10 anni.

Come ho già detto il futuro è per me una preoccupazione, sono all'ultimo anno e tra 5 anni dovrò anch'io entrare nel mondo del lavoro; ora come ora mi vedo precario o disoccupato e sinceramente non so cosa sia meglio.




Bianca Fabrizio e Sara Gamboz

2A

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