venerdì 12 novembre 2010

Napolitano: mai detto 'non fare tagli'

Ieri dalle Regioni e dai Comuni era arrivato un secco no al maxiemendamento


ROMA - "Diversamente da quanto affermato dal senatore Maurizio Gasparri, il Presidente della Repubblica non ha mai sostenuto che 'non bisogna fare tagli' alla spesa pubblica partecipando a 'questo esercizio'": lo afferma una nota della Presidenza della Repubblica, sottolineando che il presidente ha invitato a "un'assunzione di responsabilità nel fare delle scelte e stabilire delle priorità".

"Parlando a Padova giovedì all'assemblea CUAMM ('Medici con l'Africà) nella quale era stato denunciato il mancato rispetto da parte dell'Italia di impegni assunti per l'aiuto allo sviluppo - prosegue la nota - il Presidente Napolitano ha rilevato, come risulta dal testo del suo intervento, che 'ormai c'é un vuoto di riflessione e di confronto sulla questione cruciale: quella delle scelte da compiere e delle priorità da osservare nella destinazione delle risorse pubbliche".

"Quello del Capo dello Stato è stato precisamente un invito (in termini generali e senza entrare nel merito della legge finanziaria in discussione in Parlamento) a un'assunzione di responsabilità nel fare delle scelte e stabilire delle priorità, fermo restando - conclude la nota del Colle - che di fronte a una rischiosa situazione finanziaria come quella attuale sul piano internazionale si deve rispondere con 'un contenimento della spesa pubblica' ". Oggi, Gasparri aveva affermato, a Radio24: "Tutti dicono non bisogna fare tagli. Anche il presidente della Repubblica partecipa a questo esercizio ma esternare è facile, mentre governare i conti e tenere ferma la spesa è difficile".

AUMENTANO I FONDI PER LE SCUOLE PARITARIE - Arrivano 245 milioni per le scuole paritarie. E' l'effetto della riformulazione del comma 47 del maxiemendamento del Governo. Ieri l'ipotesi era che i fondi potessero arrivare massimo a 150 milioni. Questa scelta - spiega il viceministro Giuseppe Vegas - "é per andare più o meno in pari con il livello di finanziamenti del 2009".

100 MLN A 5 PER 1000, ALTRI 30 MLN PER EDITORIA - Il governo riscrive il comma 47 del maxiemendamento che conteneva un fondo di 800 milioni per interventi vari. La nuova formulazione. presentata stamane in Commissione Bilancio, oltre ad aumentare i fondi per le scuole paritarie a 245 milioni destina 100 milioni alla "proroga della liquidazione del 5 per mille". Altri 30 milioni (oltre i 60 già stanziati) arrivano per il sostegno all'editoria (carta) e 375 vengono destinati alla partecipazione dell'Italia agli organismi internazionali. Il totale di questi interventi fa 750 milioni ma altri 50 milioni saranno ripartiti con un decreto del Consiglio per "riequilibrio socio economico, sviluppo territori attività dui ricerca assistenza e cura dei malati oncologici, promozione attività sportive, culturali e sociali". Infine "entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge con decreto del ministro delle Infrastrutture, di concerto con il ministero dell'Economia, sono stabiliti i criteri per l'effettuazione di interventi nel settore dell'autotrasporto merci".

MAXIEMENDAMENTO GOVERNO VALE 5,7 MLD NEL 2011 - Il maxiemendamento del Governo alla Legge di Stabilità ha un valore di 5,787 miliardi nel 2011 a valere sul fabbisogno. Il calcolo è del servizio Bilancio della Camera. La somma sale a 6,180 miliardi se si considera il saldo netto da finanziare.

DUBBI TECNICI CAMERA, ENTRATE FREQUENZE UNATANTUM - I tecnici della Camera esprimono dubbi sul fatto che con entrate una tantum, come i 2,4 miliardi che arriverebbero dall'aste delle frequenze si decida di coprire maggiori spese o minori entrate di carattere "ordinario". Nel dossier elaborato dagli uffici si legge infatti che l'uso di tale tipo di entrate "a fini di copertura di minori entrate o maggiori spese di carattere ordinario potrebbe determinare un peggioramento dell'indebitamento netto strutturale".

Oltre alla natura una tantum dell'entrata dall'asta freqenze i tecnici di Montecitorio ritengono appaia "opportuno acquisire dal Governo elementi in merito alla effettiva possibilità di assicurare l'espletamento delle gare in tempi idonei a garantire gli introiti previsti per l'esercizio 2012. Ciò anche in considerazione dei passaggi procedurali preordinati alla razionalizzazione delle frequenze attualmente in uso ai fini delle successive assegnazioni". E dubbi vengono espressi anche sulla 'clausola di salvaguardia' inserita nel testo: "la norma prevede che in caso di scostamenti degli introiti rispetto alle previsioni il ministero dell'Economia provveda con proprio decreto ad una riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa dei ministeri. Per valutare l'idoneità di tale meccanismo di salvaguardia andrebbero forniti elementi diretti a suffragare la sostenibilità di tali eventuali riduzioni per le amministrazioni interessate".

di Rosanna Codino

PADOVA - Un bicchiere mezzo vuoto, che ha vanificato le promesse ai Comuni fatte dal ministro Tremonti alla vigilia dell'Assemblea dell'Anci. Il clima della seconda giornata dei lavori a Padova si gela di primo mattino, dopo l'annuncio dei contenuti del maxi emendamento alla legge di stabilità del governo. Sergio Chiamparino parla apertamente di "bicchiere mezzo vuoto", annunciando l'immediato invio delle controproposte dei Comuni. Per il presidente dell'Anci le uniche richieste accolte nel maxiemendamento riguardano 260 milioni di restituzione Ici e 480 milioni sul Patto di stabilità. Nel primo caso "si tratta comunque di una parziale restituzione di quello che ci è dovuto", mentre sul Patto di stabilità "é stata stravolta la nostra richiesta, perché quei 480 milioni sono vincolati a interventi di protezione civile e a situazioni specifiche come l'Expo di Milano o l'Agenzia europea di Parma. Non resta più niente a vantaggio del comparto dei Comuni". Il sub emendamento dell'Associazione dei Comuni italiani, perciò, "punta a ripristinare la richiesta iniziale dell'Anci - preannuncia -, che mirava a evitare punte troppo alte di tagli imposti ai Comuni". Se venisse accolta,l'istanza dell'Anci "consentirebbe di non superare tagli per il 7% del totale - spiega Chiamparino - che potrebbero arrivare al 12% per le città più grandi". Attualmente, invece, "ben 780 Comuni, a causa della manovra, subirebbero tagli superiori al 9%, e di questi 220 dovrebbero privare ogni cittadino di più di 100 euro". A dirsi più che scontento è anche il presidente del Consiglio nazionale dell'Anci e sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ricorda quali erano stati gli impegni presi dal ministro dell'Economia. Accordi, rimarca, per 400 milioni sul patto e 260 milioni sull'Ici. "E' chiaro che oggi, vincolando a interventi specifici i 480 milioni di ossigeno concessi sul Patto - ammette Alemanno, giudicando 'assolutamente necessario' il subemendamento - quell'impegno del ministro viene meno". Si tratta allo stesso tempo, preannuncia, "di una premessa, perché anche tutto il resto delle richieste dell'Anci devono ricevere una risposta, se non adesso in occasione del Milleproroghe di fine anno". "E' grave - sottolinea il sindaco di Roma - che i Comuni si ritrovino ora con una situazione addirittura peggiorata rispetto alla precedente". "Ora apprendiamo - accusa Alemanno - che i milioni diventano 480, con delle deroghe nuove però, come quella dell'Expo di Milano, che finiscono per ricadere nei 480 milioni mangiandoli largamente". A fianco dei Comuni nella bocciatura scendono in campo anche le Province. "Le riposte che ci vengono dal Governo non ci soddisfano perché sono parziali - ripete il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione - e soprattutto non intervengono a risolvere la vera questione che avevamo sollevato e su cui c'era stato a luglio un impegno preciso del ministro dell'Economia: l'innalzamento almeno al 4% dei residui passivi da utilizzare per pagare i fornitori e rilanciare gli investimenti sul territorio". In linea con l'esortazione del garante della privacy Francesco Pizzetti, il vicepresidente nazionale dell'Anci e sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini allarga la prospettiva per ribadire che il federalismo fiscale deve procedere di pari passo con il federalismo istituzionale e rappresentarne . "Sul Codice delle autonomie noi non ci stiamo - accusa - Il suo cammino è sbagliato sia nel merito che nel metodo e come Associazione dobbiamo avere la forza di portare questa posizione in tutte le sedi di confronto".

REGIONI E COMUNI, NO A MAXIEMENDAMENTO

di Valentina Roncati

ROMA - Il maxiemendamento riesce a unire Regioni e Province, passando per i Comuni. Tutti uniti nel bocciarlo. E nemmeno i minori tagli previsti (sulla stampa si è parlato oggi di 1,2 miliardi di nuovi trasferimenti) convincono presidenti di Regioni e di Province e sindaci. I primi sono scontenti anche perché l'incontro con il governo, che chiedono ormai da settimane, non è stato concesso. "Riteniamo sia stato un errore, da parte del governo, non avere dato seguito all'incontro con le Regioni", ha spiegato oggi il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, il quale ha aggiunto che i governatori torneranno a chiedere un incontro con il governo "da farsi in tempi rapidissimi" e chiederanno anche incontri ai presidenti di Senato e Camera, Fini e Schifani, e ai capigruppo di tutte le forze politiche "per chiedere uno sforzo al governo, con cui vogliamo fare un accordo. Sappiamo che il momento è complicato - ha detto Errani - ma lavoriamo per la piena collaborazione tra i diversi livelli istituzionali". Per le Regioni, infatti, "con questa manovra si verifica una oggettiva insostenibilità dei bilanci regionali. E quando a dicembre saranno evidenti le ricadute sui pendolari, soprattutto giovani e studenti, credo che si dovrà trovare una soluzione; a quel punto sarà chiaro a tutti che bisogna cambiare la manovra".

Quanto al maxiemendamento "non risponde alle necessità di dare una serie di servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese", ha chiarito Errani, non prevede alcun allentamento del Patto di stabilità e, ha spiegato il governatore della Basilicata, Vito de Filippo, è previsto solo un reintegro di 200 milioni per le politiche sociali e 100 per le borse di studio, oltre ad una copertura dei ticket sanitari per soli 4 mesi. Ma il maxiemendamento scontenta anche le Province. "Le riposte che ci vengono dal Governo con il maxiemendamento non ci soddisfano perché sono parziali, e soprattutto non intervengono a risolvere la vera questione che avevamo sollevato e su cui c'era stato a luglio un impegno preciso del ministro dell'Economia: l'innalzamento almeno al 4% dei residui passivi da utilizzare per pagare i fornitori e rilanciare gli investimenti sul territorio", ha detto il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione. Una bocciatura - anche se meno sonora di quella delle Regioni - è arrivata anche dall'Anci, riunita a Padova in occasione della XXVII assemblea annuale. Il presidente dell'associazione dei comuni italiani, Sergio Chiamparino, "parla di bicchiere mezzo vuoto. Non c'é nessun alleggerimento della manovra - ha detto - né lo sblocco dei residui passivi. L'unica cosa che abbiamo trovato nel provvedimento è una modifica del patto di stabilità e alcune misure che salutiamo positivamente come l'annunciata parziale restituzione dei rimborsi dell'Ici sulla prima casa, ossia 260 mln, sui 350 mln che sono dovuti ai Comuni".

1 commento:

  1. Cari occupanti( del Galilei in questo caso)mi congratulo con voi per lo sforzo che state facendo, ovvero cercare di migliorare ciò che non dipende da voi ( ristrutturazione, pulizia , verniciatura ecc ecc) essendo stato anch io studente non troppo tempo fa mi sento di consigliarvi uan cosa, siamo nell era della tecnlogia, internet regna sovrano, chiamate striscia, mandate video alle iene, contattate altri giornalisti per far vedere in quale degrado siete costretti a " maturare"! Un altro consiglio che vi do riguardo all inadeguatezza dell intero stabile è di chiamare i pompieri( o meglio un perito edile o ingegnere) per fare un sopraluogo, così da avere anche l appoggio dei funzionari di sicurezza pubblici che hanno di certo il loro peso sull esito finale.Altra cosa ( vi prego di prendere i miei consigli come spassionati) cercate di reintegrare lo studio( se non l avete già fatto) durante le ore di occupazione, è giusto far valere i propri diritti da studenti ma è anche corretto restare pari passo con il programma( sopratutto per le quinte tale discorso è essenziale)inoltre non prendetevela con coloro che non occupano assieme a voi, non vuol dire che non interessa loro tutto il discorso riguardante il perchè o il come....
    Concludo dicendovi in bocca al lupo, spero otteniate qualcosa,( i tentativi della mia scuola di occupare o anche solo manifestare vennero prematuramente stroncati dalla DIGOS e forze dell ordine compreso il dipartimento anti droga) arrivate dove molti non sono arrivati!

    Oneiros

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